Dopo che a inizio ottobre Herbert Diess, amministratore delegato di Volkswagen, aveva convocato a Wolfsburg i 120 top manager di VW per una riunione riguardante quella che veniva definita la “lotta contro Grünheide”, ossia Tesla, nei giorni scorsi Diess ha riunito ad Alpbach, in Austria, duecento top manager del gruppo Volkswagen per una tre giorni sul futuro del costruttore tedesco.
Tema centrale dell’incontro è stata la necessità di un’ulteriore accelerazione verso la svolta elettrica per diventare un fornitore di mobilità a guida autonoma, possibile solo grazie ad un profondo cambio di mentalità in casa Volkswagen. Un balzo non certo facile, non solo per quanto riguarda la produttività, i tempi di realizzazione di un’auto, i margini di profitto, ma soprattutto per recuperare un ritardo sensibile nello sviluppo del software così strategico nelle auto elettriche che puntano alla futura guida autonoma.
Al summit di Alpbach ha partecipato in teleconferenza anche Elon Musk. Che Elon Musk ed Herbert Diess si siano incontrati in più occasioni e che tra loro ci sia stima e rispetto reciproco non è un segreto. Più volte in passato si sono fatti vedere insieme e più volte hanno rilanciato tweet citandosi a vicenda. Dopo la visita di Elon Musk e la prova della ID.3 avvenuta un paio di anni fa, ora Diess ha annunciato di voler visitare al più presto la Giga Factory di Berlino.
Al di là della stima e dell’amicizia personale viene da chiedersi se, come probabile, ci siano anche altre ragioni dietro questa relazione pericolosa. Ne azzardiamo una che riguarda il futuro di Volkswagen. È stato da più parti detto che Elon Musk avrebbe partecipato all’incontro di Alpbach per spiegare come Tesla riesce ad innovare e a superare difficoltà che hanno messo in crisi i costruttori tradizionali.
Insomma Musk avrebbe partecipato all’incontro per aiutare Volkswagen, anche perché come noto da sempre Tesla non punta a mandare in bancarotta i costruttori tradizionali quanto piuttosto, in linea con la sua mission, intende accelerare la transizione ecologica. Vale a dire costringere i costruttori tradizionali a smettere di costruire auto con motore termico.
Ma come altro si può interpretare una situazione apparentemente paradossale come quella di invitare il nemico giurato e per giunta arrivare al punto che quest’ultimo abbia accetta l’invito? Un’altra spiegazione a tutto questo ci potrebbe essere.
È noto che i costruttori tradizionali rincorrono Tesla nello sviluppo di software per la guida autonoma e che la casa americana, pur tra critiche, ritardi e rinvii ha accumulato un grosso vantaggio. Si susseguono annunci di costruttori che offriranno il loro software “as a service”, in abbonamento pagato in base all’uso concedendolo eventualmente anche a terzi. La realtà è che non basta annunciare la volontà di innovare per poi riuscirci davvero, specie se per molti anni si è evitato di investire nel settore. Il ritardo accumulato dai costruttori tradizionali riguarda anche Volkswagen e qui potrebbe chiudersi il cerchio.
Più volte, anche di recente a proposito della versione 10 dell’Autopilot, Elon Musk ha spiegato che il sistema di guida di Tesla verrà concesso in licenza come servizio a pagamento a disposizione anche di altre case automobilistiche.
Tesla ha dimostrato di essere prima nel settore con un grosso distacco rispetto alla concorrenza, non solo nel settore automotive ma anche in diversi altri settori incluso quello aerospaziale. Volkswagen da parte sua è in ritardo nello sviluppo di software per auto elettriche che sono ormai dei veri e propri computer su ruote.
È possibile che Herbert Diess stia preparando la strada a questa soluzione? Per quanto possa sembrare al momento inverosimile, resta un’ipotesi che non può essere esclusa. Elon Musk potrebbe aver accettato l’ennesima sfida. Non a caso ha deciso di costruire una Gigafactory in casa del colosso mondiale cinese, una nella patria americana dei petrolieri e una terza nella culla europea dell’automobile.
Di certo, cedendo il suo software in licenza Tesla “aiuterebbe” Volkswagen a colmare il ritardo in un settore che resta comunque di dimensioni enormi. Da parte sua Tesla, moltiplicando il servizio per milioni di licenze concesse, si assicurerebbe un flusso di denaro a dieci cifre.
Foto: credit @Herbert_Diess / Twitter